B. H. Lipton, La biologia delle credenze

Biologo cellulare, Lipton ci conduce attraverso questo libro (La biologia delle credenze, come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula, Macro Edizioni, Cesena, 2006) nel magico e affascinante mondo delle cellule per farci comprendere che siamo parte di un tutto che funziona armonicamente e sia dentro il nostro corpo, sia fuori, siamo in costante relazione. Insomma è quello che noi crediamo che influenza noi stessi e la fisiologia del nostro corpo.

Non è il nostro DNA a determinare parte della nostra vita e della nostra salute, ma sono l’ambiente in cui viviamo e le nostre credenze a determinare persino il funzionamento e la risposta delle nostre cellule.
La cellula infatti, secondo le sue ricerche di una vita da biologo cellulare, avrebbe intenzionalità e scopo, entrerebbe insomma in relazione non soltanto con le altre cellule vicine ma anche risponderebbe alle stimolazioni derivanti dall’ambiente.

Bando quindi ai nostri geni!

Ma andiamo più nel dettaglio. Il testo di Lipton è scorrevole e narra, come in un romanzo, la sua esperienza di vita, le sue vicissitudini personali e mostra come gli eventi della sua vita lo abbiano condotto a tali sensazionali scoperte.

Devo dire che in alcuni tratti l’ho trovato noioso e troppo descrittivo della particolare anatomia della cellula: io che non sono biologa, e che tuttavia sono comunque affascinata dal corpo umano, ho saltato alcune pagine perché ero curiosa di arrivare al dunque. Ecco, il dunque verso la fine è arrivato, ma mi ha lasciata un po’ interdetta e delusa. Non ho trovato convincenti i collegamenti e le conclusioni. Insomma, dalle premesse mi aspettavo di più. E per dirla tutta non mi ha coinvolta così tanto come altri libri del genere, di cui vi parlerò in altre recensioni più avanti…

Ma voglio raccontarvi lo stesso alcuni dei passi più significativi del testo, che vale comunque la pena di essere letto.

Lipton mette in discussione non soltanto la visione darwiniana dell’evoluzione e il dogma centrale secondo cui il DNA controllerebbe l’intera vita. E fin qui una meraviglia. Va ancora oltre! Contesta il fatto che sia il nucleo il cervello dell’attività cellulare e porta in primo piano il ruolo della membrana cellulare: lei diventa il fulcro di tutto, quella che lui chiama la membrana magica.

L’autore collega la membrana magica, vero fulcro di relazione con l’ambiente interno ed esterno, con la  fisica quantistica, laddove essa descrive l’universo come un insieme integrato di campi energetici interdipendenti in un reticolo di interazioni. Tutto è interdipendente, tutto è in relazione.

Materia ed energia sono strettamente collegate. Mente e e corpo sono ugualmente collegati. Insomma, la realtà di un universo quantico riunisce ciò che Cartesio aveva separato per secoli.

Ecco qua: i pensieri, l’energia della mente, influenzano direttamente il modo in cui il cervello fisico controlla i processi fisiologici del corpo.

E ancora “ Siamo tutt’uno con il più grande universo/io. Ogni proteina funzionale del nostro corpo è un’immagine complementare di un segnale ambientale. Se la proteina non avesse un segnale complementare a cui associarsi non potrebbe funzionare. . Ogni proteina del nostro corpo è pertanto un complemento fisico /elettromagnetico di qualcosa presente nell’ambiente. “

Roberta Bailo

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