Cambiare è come bere un bicchiere d’acqua quando hai sete

Qualcosa deve cambiare! E invece nulla cambia. Vorrei tanto che tutto fosse diverso. Vorrei tanto che… e invece tutto stagna (almeno nella nostra percezione).

Sempre la fatica, i desideri non realizzati, le giornate ferme, e i soliti meccanismi che ci fanno rimanere stagnanti. La nostra percezione spesso è di una vita tutta uguale, già definita e prestabilita. Il lavoro che c’è o che non arriva mai per come vorremmo, l’amore ad un punto fermo, con i soliti scontri e le solite frustrazioni. I problemi con i figli che ritroviamo ogni sera a cena.

E noi ci ritroviamo nel buio della notte ad arrovellarci con i nostri pensieri ripetuti mille volte, con le ansie, le paure, la sensazione di non poter cambiare nulla del nostro destino già segnato, come in una scatola di cui conosciamo già i lati e i contorni. Sappiamo che vorremmo qualcosa di diverso, ma non sappiamo da che parte prenderlo, come fare. E la mattina ricominciamo, presi dal vortice delle cose da fare per ritrovarci a sera… aspiriamo ad una vacanza, come se questa magicamente potesse trasformare tutto o come se fosse lei a ridarci quella parte di noi (lo slancio, la fiducia) che sentiamo di aver perso. A volte accade, a volte no. Spesso guardiamo così tanto fuori che ci dimentichiamo un grande segreto: il dentro di noi. Lì un universo potente ci attende, se con coraggio ci diamo il permesso di fermarci.

Spesso dimentichiamo che abbiamo noi questo potere, il potere del cambiamento.

Sì, ci spaventa. In fondo nelle nostre vite accomodate ci stiamo bene. E così i giorni scivolano via, a tratti anche facilmente. Cambiamo, ma trascinati dagli eventi, senza scelta e spesso senza consapevolezza. Ma ad un tratto… qualcosa diventa troppo stretto. Allora ci alziamo in piedi e guardiamo intorno, troviamo buchi, vuoti, domande senza risposta, antichi sogni messi nel cassetto e ammuffiti.

Possiamo continuare così, ingoiando e alzando le spalle, dicendoci che intanto non possiamo avere tutto, che la vita è questo: sacrificio, non pretendere e accettare. Oppure possiamo fermarci, tirare il fiato, e ascoltare dentro. Riguardare, alzarci in piedi per osservare, senza giudizio, dall’alto. Tirarci su le maniche e chiederci: che cosa posso fare? Già lì il seme del cambiamento: osservare. Con amore. E rivedere quel filo che ci ha condotti fino a quel punto. E poi, iniziare quella grande avventura dello scoprire se stessi. Con sguardo fine, orecchio attento alle sfumature, respiro ampio. Ritrovare i nostri pensieri felici ad esempio. Andarli a rispolverare.

L’inizio? Un respiro profondo, con grandi polmoni, lasciando che l’aria entri, si soffermi a nutrirci e poi esca, in questo fluire, ad occhi chiusi, ascoltando il nostro ritmo profondo, quello che il nostro corpo e i nostri sentimenti ci chiedono. Il ritmo del nostro sentire. Questo è l’inizio che ci condurrà a respirare nelle nostre vite, a quel cambiamento leggero e rigenerante come bere un grande bicchiere d’acqua dopo tanta sete, che ci condurrà a respirare a pieni polmoni dopo anni in apnea.

Roberta

 

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