Non amo l’omologazione, o chi cerca in ogni modo di condurti a pensare come i più, chi ti fa sentire diversa perchè non vivi come gli altri fanno… chi ti dice “ma non vedi che gli altri, mentre tu…”.
Ogni volta in cui succede, ancora oggi, mi ribolle la pancia e tendo d’istinto a difendere chi sta vivendo questo.
Credo profondamente nell’unicità di ogni persona, di ogni donna e nel diritto di ognuno di poter Essere diverso e vivere diverso.
Eppure so anche quanto la paura di essere rifiutate agisca in sordina nelle relazioni.
Ma quante volte noi stesse ci rifiutiamo?
Diversa e quindi sbagliata, ti sei mai sentita così?
Con idee differenti dagli altri, ma ogni volta in cui le hai dette hai fatto alzare le tempeste.
Con emozioni che tu hai definito strane, pericolose, inopportune.
Da non manifestare quindi, per evitare rifiuto, abbandono o vergogna.
Non va bene quello che provo, che sto provando. Sono diversa. E quindi non vado bene.
Anzi, è talmente non corretto, che devo trovare il modo per non farlo assolutamente trapelare.
Le mie idee sono strambe, sbaglio a pensarla in questo modo. È meglio che me le tenga per me.
E così via per mesi, forse per anni, forse un po’ ogni tanto ancora adesso, soprattutto su alcuni argomenti, con alcune persone.
Accade anche con il compagno, con una cara amica.
Come se non ci fosse spazio reale per i tuoi sentimenti, come se un dubbio si insinuasse spesso, così ampio, da farti vacillare e abbandonare. Chi? Te stessa.
La tua diversità.
Che altro non è che il mettere insieme in modo differente te, le tue parti, in quel modo fantastico che fa sì che tu sia tu e per fortuna Diversa.
Quanto il sentirsi diverse oscuri le giornate, i mesi, gli anni.
Le relazioni, l’approccio alla vita.
Diversa, e per questo da nasconderti.
Non sei diversa, sei solo nel posto sbagliato, anche di te stessa, da dove ti stai guardando, cercando in ogni modo di restringerti, per entrare dentro ad un collo di bottiglia troppo stretto.
Per molto tempo della mia vita mi sono sentita così. Diversa. Dalla massa, dai miei compagni delle medie come quelli del liceo perché non corrispondevo ai loro criteri di bellezza e non ero omologata.
Diversa, perché non la pensavo come chi mi stava intorno.
Diversa perché quello che sentivo mi sembrava non fosse opportuno, adeguato alle persone che facevano parte del mio mondo, di chi era importante per me.
Diversa, perché pensavo, sentivo e desideravo differentemente.
Continuamente (almeno per il mio primo ciclo di vita, bello lungo però eh) protesa a guardare quello che non era uguale agli altri e a cercare di modificarlo.
Perchè io reagivo dentro di me, semplicemente diversamente. Ovviamente non andava bene.
Almeno io lo percepivo così.
Credo che ti risuoni questo sentire che ti sto raccontando.
Quanto appartiene sentirsi diverse e di conseguenza sbagliate, inadeguate, al femminile.
Quante volte abbiamo nascosto la nostra diversità ( e con lei il nostro potere), quanto ci siamo ridotte, abbiamo mitigato il nostro sentire e pensare, credendo che fosse un di meno da tenere a bada, spaventate dall’impatto che avrebbe potuto avere sugli altri e sul mondo.
Su quegli altri che in quel momento facevano parte del nostro mondo. Genitori, compagni, amici.
Nascoste, autolivellate nei nostri guizzi di ribellione e pronte quasi subito a spegnere le nostre scintille di…
Ognuna ha le sue diversità.
Se piangi quando nessuno piangerebbe, come ti senti?
Se vedi un dettaglio nello sguardo dell’altro che cosa fai? Lo mostri o te lo tieni per te?
Se hai una visione d’insieme su una persona a te cara lo dici o ti ammutolisci, pensando che non è poi così importante quello che pensi?
Se senti per quel fatto o quell’idea un rimescolamento salirti dalla pancia, che cosa fai? Ingurgiti cibo o cerchi di spegnerlo andando a fare una corsa, oppure lo lasci incanalare e lo manifesti?
Se ti senti giudicata dal tuo amore per le tue reazioni, ti chiudi e cerchi di cambiare e migliorare, oppure ti chiedi se sei veramente così sbagliata o esagerata come lui ti rimanda?
Ho imparato ad allearmi con la mia diversità. Perchè è il dono più prezioso.
Ho scoperto quanto valore c’è in lei, non solo ricchezza per me e il mio mondo interiore, così come per la mia gioia, ma anche per il mondo.
Ho creduto di essere sbagliata.
Per poi scoprire che ad essere sbagliati erano gli altri, tutti quelli che cercavano in ogni modo di abbassarmi, che alzavano la voce per dirmi che non era vero, che mi facevano notare dove lo ero, dove non andavo bene, dove era sbagliato…
Caso strano, (ma sappiamo che poi non lo è così tanto) ero circondata!
Lei, è diventata, nel tempo, la mia compagna fidata, il mio punto di forza che ho scoperto, guarda un po’, che può arricchire il mondo.
Se ti sei sentita anche tu, diversa, il mio invito è di iniziare a guardarla, e iniziare a metterci un punto interrogativo bello grande.
Sono diversa? Sei diversa?
E se sì, per chi lo sei e soprattutto secondo quali criteri?
Buon inizio di amore con la tua diversità!
Il mondo ha bisogno della tua. Oggi più che mai.
Un abbraccio
Roberta