E se ti fermassi?

Si avvicina l’inizio di un nuovo mese e verso la fine di questo gennaio inizia a farsi sentire l’energia del bilancio e quella di movimento verso il nuovo.

Come è stato per te? questo inizio d’anno?

Per me, un mese di assestamento e di ricerca, nelle giornate vagabonde, e in un tempo ancora un po’ sospeso. Questo tempo di sospensione mi ha permesso di chiudere dei cicli e di dar loro il valore “giusto”, e di comprendere dove voglio andare.

Mi sono data così un tempo di valore per rivedere e sistemare.
E tu questo tempo ti dai mai il permesso di viverlo?

Ho scoperto il valore dello stare ferma.

Siamo talmente proiettate sempre sul fare tra i mille impegni e le tante aspettative e ansie, che darci il permesso di fermarci sembra una cosa impossibile e veramente controtendenza. So che può mettere ansia fermarsi.
Ma chissà che cosa temiamo di perdere nel fermarci!

Nessun progetto, solo l’essenziale.

Ferma. Lasciar andare le aspettative degli altri che spesso abitano e invadono la nostra testa e fermarci.

Nell’ascolto leggero di noi. Nel non ascolto. Nel fluire di quello che arriva.
Lì diamo il permesso ai nostri veri bisogni di farsi spazio e di venirci a parlare.

Lì, in quell’apparente “sto ferma” l’essenza del nostro vivere più autentico.
Anche scegliere di fare un percorso di coaching può avere questo senso. Per fermarsi a vedere chi siamo, e quello che possiamo fare per raggiungerci. Nel nostro potere e nella nostra autenticità.

Fermarsi per prendersi cura di sé. Fermarsi per permettere a chi siamo di raggiungerci e di poter splendere. Fermarsi per lasciar andare tutto quello che ci ostacola. Una scelta di sosta.
Non lo stop che l’esterno ci impone. Lo stop scelto e deciso di fronte a tutto quello che ci travolge e ci porta via: vampiri energetici, situazioni fastidiose, aspettative altrui.
Scegliere di mettere una distanza anche fisica, tra te e il tempo di fuori per entrare nel tempo di dentro. Per far sì che il tempo di dentro possa incidere su quello di fuori, in una negoziazione.

Un tempo libera dai devo fare, libera dai devo essere, devo dire, devo sembrare, devo provare, sentire, vivere.

Devo lavare i piatti alla sera. Devo alzarmi tutte le mattine alle 6.45 perché altrimenti non ce la faccio a fare tutto. Devo farmi piacere questo lavoro. Devo trovare il modo di dire a, che vorrei…

Devo sorridere di più, devo mettermi a dieta perché altrimenti non piacerò mai. Devo assolutamente uscire questo venerdì perché non posso fare l’asociale. Devo farmi nuove amicizie. Devo andare a correre. Devo uscire sabato sera.
Devo… devo… devo…

La tua pancia è d’accordo? I tuoi fianchi si sentono liberi in tutti questi devo? Le tue mascelle come stanno? Le tue gambe riescono a stare al passo? Il tuo stomaco ha bisogno di pastiglie per digerire i pasti? Hai energia o ti senti spesso stanca? Quel piatto ti piace veramente? Le tue spalle sono tese?

Quale devo potresti togliere dalla tua giornata di oggi?
A chi appartiene quel devo?

E’ tuo o lo hai ereditato?
Come sarebbe scoprire che non ti appartiene…

Un abbraccio
Roberta

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