Ogni tanto serve fermarsi, darci il permesso di dirci “aspetta un attimo” e di respirare profondamente e guardare indietro, per vedere la strada che abbiamo scelto come sta procedendo. Fermarsi dal tempo e andare a stare in un non-tempo, in quel non luogo dentro di noi dove tempo e spazio non esistono ed esistiamo soltanto noi.
Riprendere da un punto che scegliamo e osservare se il nostro sentiero sta curvando, se sta andando dritto, se è un cammino con le pietre, con erbetta, se diroccato o spianato. Vedere come si è trasformato.
Serve vedere, insomma, il cammino fatto finora e ricontrattare con noi stesse se è sempre la strada che vogliamo, o se decidiamo di cambiarla. Possiamo noi decidere di trasformarla, senza attendere che gli eventi esterni con forza ed irruenza ce lo chiedano. Possiamo essere noi a decidere di mutare rotta. O di continuare. Mettendo uno spazio. Di riflessione e di visione dall’alto.
Per tenere in mano quel filo rosso a volte invisibile che ci ha condotto fin qua.
Roberta wild
(prefazione della seconda soglia Percorso Donna Selvaggia online “Radici Il tuo nome vibra di eternità”)