La ribellione nasce nel piccolo,
non ha per forza bisogno di gesta eroiche eclatanti.
Non in tutti prende la stessa forma e si connota con le stesse parole.
Può essere una porta sbattuta in faccia, un andarsene netto, un telefono buttato giù di colpo, un no senza tante spiegazioni. Ma può essere anche altro.
Si nutre di emozioni, ma non è estemporanea.
E’ un sentimento che brama significati più profondi, spessori di cose vissute con l’anima.
È la ricerca dei perché, è domanda che porta ad un’altra domanda. E’ desiderio di essere, di esserci con tutto di te stesso. E’ quella spinta che ti conduce a cercare la pienezza, a stringerla tra le mani.
E’ stringere con energia la terra bagnata tra le mani, è sguardo che anela alla luce piena e che si intrufola tra gli alberi per trovarla, è cuore che brucia, è stomaco che parla di antiche delusioni, ma che non si chiude, è sentire e ancora sentire e non smettere mai di sentire.
E’ stare svegli fino a notte fonda per poter godere di buio e di solitudine.
E’ bramare di incontrare la tua parte oscura per poterti conoscere fino in fondo.
E’ non saper dire con parole l’anelito che ti vibra dentro.
E’ la tua unica e sola e speciale energia che viene incanalata e che scorre libera e fluisce.
Può nascere nell’intimo di una notte, o ti fa mettere giù dal letto un piede diverso una mattina.
La ribellione ti fa cambiare.
E’ la consapevolezza della tua unicità, parla con i tuoi valori, abita dentro le tue scelte, segna il tuo confine, stabilisce le regole importanti per te, dà contorno ai tuoi desideri e delinea la forma dei tuoi obiettivi.
È contorno, forma, immagine, colore di quello che vuoi. Dice la tua energia, la tua aura. È la scia che lasci quando cammini per il mondo.
E’ la tua stranezza, di cui sei fiero e che nutri ogni giorno come la cosa più preziosa che hai.
Dal momento in cui la incontri, la riconosci e scopri che ha vissuto da sempre in te, ma non l’avevi ancora chiamata per nome, non puoi più tornare indietro.
Se la chiami per nome e la riconosci essa esiste e diventa tua compagna.
Ormai ha preso il posto che le spetta dentro di te. Non la puoi più ingoiare in fondo in fondo da dove è giunta. Indietro non si torna.
Non è aggressione, non è re-azione, non è capriccio.
E’ qualcosa di più profondo.
E’ quel no che senti dentro di fronte a tutti quei tentativi di ingabbiarti l’anima che incontri da sempre.
È questo sentire che ti muove nella ricerca del tuo posto. È il motore che non ti fa stare fermo, ma ti spinge a continuare a cercare, a cercare il tuo perché, la tua strada, i tuoi incontri, la tua bellezza.
Ribelle come ritornare al bello, ho letto una volta…
La ricerca che parte e si accompagna con questo tipo di ribellione, non può che portare alla bellezza, perché conduce all’essenza, agli scopi ultimi, al delinearsi di una trama che scrive il senso della tua vita, della tua bellezza, così che tu possa portarla nel mondo.
Sii ribelle…
Roberta Bailo