L’abbondanza è donna

Se dico abbondanza che cosa ti arriva?

Quale immagine o parola o frase per te dice abbondanza?
Parole scomode oggi?
Parole rivoluzionarie forse e per questo ancora più urgenti.
Un desiderio audace. Di coraggio.

Credere possibile costruire l’abbondanza oggi.
Desiderarla con ancora maggiore forza.
Pretenderla come legittimo diritto, sacro, tanto quanto quello di esistere per chi si è.

L’abbondanza è femminile.

Sta dalla parte del ricevere, del permettere. Non è solo denaro, ma molto altro.

È dilatare lo spazio dell’energia.

È essere, prima che fare.

È esistere per chi si è senza più paure e condizionamenti.

È il coraggio di esistere per come si è, coraggio di creare la propria esistenza da pecora nera contro tutto quello che ci si aspettava da noi ( e il posto pensato dai nostri avi) e il coraggio di farsi spazio tra le attese, anche quelle antiche.

È un ritornare al grembo della Madre che crea vita.

Prima è tutto questo, vivere il proprio femminile, …poi, seguire “il padre” e il nostro maschile, nell’azione, il maschile che si allea con il femminile che riceve. Il femminile che diventa azione. Permettere che la vita che abita in te si veicoli nel fare, in una danza tra essere e fare e viceversa.

Lo spazio va creato perché possa manifestarsi.

Perchè l’abbondanza ti possa raggiungere va creato un dialogo, tra chi sei tu e la realtà che vuoi creare, a partire dal futuro.

Non passa subito dal fare, dal pensare, ma dal rallentare, dal fermarsi e dal godimento.

Se continui a seguire un modello maschile di abbondanza snaturi il tuo femminile e lo costringi ad incanalarsi in un modello che non ti appartiene, perché nato e forgiato su un’impronta da uomo.

L’abbondanza sarà sempre differente per un uomo rispetto a quella che cerca una donna.

Entrambi possono diventare co-creatori di abbondanza, ma mettendo le loro peculiari energie, direzionandole in modi differenti.

Una leadership al femminile del resto è radicalmente differente, dove la relazione sta al primo posto.

L’abbondanza si genera dal fare spazio, aprire dimensioni nuove e nuovi punti di vista possibili, permettersi di cambiare ruoli e copioni, modellati su una realtà che non ti appartiene.
Una realtà personale costruita su ciò che non va, che manca, sul vuoto che fa franare i passi, su guardare soltanto quello che non c’è e accompagnarlo da copioni da vittima che non portano di certo ad un cambiamento, verso l’autonomia e il benessere.

Come declino io l’abbondanza?
Sì proprio in questo momento storico e alle soglie della Pasqua?

Abbondanza va a braccetto con il diritto di esistere, sacro. Con la libertà di abitare il proprio femminile nell’interezza e nelle possibilità in divenire che essere donna significa.
Quale parte di te puoi mettere in primo piano?

Puoi progettare a partire dal futuro, quale abbondanza puoi darti il permesso di ricevere?

Con quale parte di te ti puoi alleare per creare abbondanza?

L’abbondanza passa dalla disubbidienza, dal tradire patti antichi di alleanza con chi crediamo o sentiamo ci vuole nella mancanza, nel bisogno, nella dipendenza.

Per la te bambina che abbondanza può esistere? Quella del sogno e del tutto è possibile e se potessi darti questo permesso oggi?

Di ribellarti a quell’autorità che dice non puoi…

Il permesso di ribaltare i valori dei più e di scegliere il TUO VALORE, quello che conta veramente per te.

Nello spazio della relazione è possbile creare abbondanza. Una relazione con la realtà dove ti includi e parti dal tuo spazio di potere e di creazione.

Quale parte di te, da oggi puoi scegliere di manifestare, che possa portarti a ricevere abbondanza, quella parte dove non vivono i giudizi, le aspettative degli altri ma la tua creatività e gusto per la vita?

Buona Pasqua di abbondanza allora.

Un abbraccio
Roberta

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