L’amore dona leggerezza, altrimenti amore non è

Scegliere il proprio bene è strada lunga e non lineare. Scegliere “la solitudine” piuttosto che una relazione che apparentemente non ci fa sentire sole, altrettanto.

Non ci hanno abituato a questo, nessuno ce lo ha insegnato.

Ci hanno insegnato che era colpa nostra, che bisogna stare anche quando è maggiore la sofferenza che il piacere, che dobbiamo restare, metterci da parte, soffrire, ingoiare.

Sembra che l’amore non esista.

Esiste soltanto nei film, nelle frasi che girano sui social, nelle vite di qualche amica “fortunata”.

E allora disilluse restiamo, soffriamo, non guardiamo, perdiamo speranza e capacità di stare, adulte, davanti alla realtà.

Perchè non ne abbiamo fatto esperienza, perché abbiamo visto nostra madre accontentarsi, spegnere gli occhi, nascondere il cuore. Abbiamo visto nostro padre silenziarsi e allontanarsi, quando vivere due vite, urlare e poi andare a dormire, dopo aver vomitato la sua sofferenza ed essersi alleggerito.

Oppure donne che si sono allontanate, ma si sono poi relegate nelle loro stanze di solitudini.

E allora che cosa scegliere?
Non facile per nulla ricominciare ad amare il proprio cuore, a riprendersi l’amore consegnato, a guarire.

Fa paura, fa male, quando da lasciar andare sembra sia il proprio cuore, mentre in realtà è altro.

Un copione da mendicante, da dipendente, da donna che pur di non perdere le briciole resta, in nome di un amore che crede sia, mentre è altro.

É leggerezza, è apertura, è frizzante, è saltellare, il resto abbassa, mentre l’amore eleva e apre, invece di chiudere.

Un abbraccio
Roberta

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