C’è un universo di emozioni calde e profonde, capaci di riempire una vita e di poter nutrire un mondo, dentro di noi.
Eppure spesso ce ne vergognamo.
Se solo aprissimo quella porta e superassimo il varco della vergogna il nostro calore colorerebbe il mondo di umanità, quella di cui abbiamo più bisogno, noi e il mondo tutto, e di cui il femminile è così ricco.
Eppure, ci difendiamo dal sentirlo e dal donarlo, timorose di essere giudicate sciocche o infantili.
C’è un mondo, lo so, che per paura di essere messo davanti al senso e alla profondità della vita, giudica qualsiasi manifestazione concreta di senso e di valore.
Quando noi per prime lo giudichiamo come non manifestabile, troviamo e cerchiamo proprio quelle persone che ce lo confermano e che sembrano non volerlo o addirittura non vederlo. Così abbiamo estrema cura nel non lasciarlo trasparire: preferiamo essere viste come super donne impavide che non hanno bisogno di nulla e di niente, che possono sì avere bisogno di amore e di profondo sentire, ma che poi possono benissimo farne a meno.
Se sono state profondamente ferite, in passato, non lasciano trapelare dolori e mancanze, ma mostrano una facciata impavida e sicura.
Vergogna di aver desiderato, voluto, tanto amato. Fin dall’inizio.
Illuse che così non soffriremo più. Illuse soprattutto così di vivere la vita vera, come si dovrebbe, come chi vive chi vince. Chi esce vittorioso dalle relazioni.
Peccato che così scopriremo, talvolta ci sembra persino ormai troppo tardi, di non aver vissuto.
Ma di esserci perse per strada, occupate a tamponare in fretta ferite, a seguire sensi di colpa, a saper rispondere a tono, per essere più furbe. Occupate a mantenere saldi quei muri eretti nel tempo andato per proteggerci, nella vana illusione che non avremmo più sofferto, per scoprire poi che è passando da lì, che ritroveremo la nostra libertà, più salda e più forte.
Darci il permesso, nella scelta, di lasciar passare la nostra calda umanità di sentire, è la strada per la vera libertà, senza più il timore di non essere comprese, di essere giudicate, di non essere scelte.
Un abbraccio
Roberta