Hanno un bel dire, vedi tua madre come una donna, la donna che è ed è stata, con una storia a sua volta, di figlia con un certo tipo di madre.
Hanno un bel dire… 😉 il peso sul cuore e sulle spalle resta, a volte più grande, a volte più leggero, ma c’è.
Il cammino di nascita deve per forza passare da una presa di distanza dalla propria madre.
Puoi vederla, puoi iniziare questo cammino di “visione dall’esterno, da distante”, perché insomma ormai sei grande, ormai sei donna e madre forse anche tu.
Ormai… dovresti saper essere donna, ormai dovresti persino occuparti tu di tua madre, anziana.
E allora lo fai.
Resti nella stessa logica di prima, ma capovolta. Madre di tua madre. Ancora una volta figlia al contrario. Forse non ti sei mai data il permesso di essere figlia, neanche quando eri piccola.
Forse, hai sempre fatto tu da mamma a tua madre. Perchè era l’unico modo per poterla incontrare e un modo contorto per sentirti amata, voluta, vista.
Buchi nella maglia, come mi ha detto una mia cliente poco tempo fa.
Insomma, buchi da tutte le parti. Mancanze di ogni tipo. Chissà quanta rabbia! Rabbia di allora, rabbia di oggi. Sensi di colpa da tutte le parti. Per non essere stata figlia adeguata, per non aver ricevuto giusto amore ( e ovviamente continui a credere che sia colpa tua, anche lì, in questo delirio di onnipotenza ominipervasivo… che non lascia andare), perché oggi non sei in grado di essere come lei vorrebbe, perché ancora ha presa su di te, perché anche se lo sai, lei pesa con il suo giudizio e bisogno. Perché non vi capite, perché non ti riconosce come donna, perché non ha fiducia e stima di te. Perchè lei non ti lascia andare e lo devi fare tu. E tu sei arrabbiata perché devi fare tutta questa fatica da sola. Di crescere e di lasciarla andare per come è. Lei al suo essere donna e tu scoprirti senza il suo permesso.
Quanto è difficile nascere da sole! E quanto sarebbe inebriante se solo… ti dessi il permesso.
Quanto è difficile mettere pace tra tutte queste donne che hai dentro.
Figlie, madri, nonne, altre donne…
Il processo di individuazione è impervio, affascinante.
Madri interiori e madri esterne.
Concatenazioni di un femminile, da storia antica. Da assumere e da lasciar andare.
Un tempo era più semplice, quando la sorellanza era condivisa e abitudine. Oggi tutto confuso, solitario, e per questo più potente, difficile smembrarlo e condividerlo. Oggi ognuna di noi se la deve sbrigare da sola. Dobbiamo tirare fuori tutta la nostra forza (che ha anche radici antiche) che sentiamo nella carne e nel ventre e tagliare quei fili, un filo per volta, con pazienza e determinazione.
Fare pulizia, l’erbaccia dalle radici sane, che vogliamo tenere.
Iniziare a vedere e smembrare. Non esiste soltanto Barbablù, esistono “madri streghe” che prosciugano le energie vitali. Madri di questo tipo mettono alla prova la nostra anima, le nostre energie e il nostro corpo. Ci hanno dato una forma di donna imprigionante. Volenti o nolenti non importa.
Un senso di colpa dopo l’altro, un po’ di rabbia per volta, smascherare i diversi volti materni, per nascere donne, libere e potenti.
E’ la consapevolezza che ci rende libere.
Assumiti la immensa e potente responsabilità di essere donna, oggi.
Puoi sanare stirpi di donne lungo la linea del tempo, antico e futuro. A raggiera, nel tempo lineare e a raggiera intorno a te.
Da dove iniziare oggi?
Con un atto di scelta.
Vuoi?
Al prossimo articolo, dove ti proporrò un potente esercizio di coaching per iniziare questo cammino del Nascere a Donna.
Un abbraccio
Roberta wild