Parliamo di creatività

Da un po’ di tempo mi sto interessando di creatività. Credo che una vita priva di creatività sia una vita senza sale, senza quel “qualcosa” di speciale che rende le giornate degne di essere vissute, quel quid di magia grazie al quale ci alziamo contenti al mattino e andiamo a letto sereni e soddisfatti, certi di aver  vissuto la giornata che ci è stato regalato di vivere.

Di creatività si legge molto e si parla molto.

La psicologia ci fornisce diverse caratteristiche, come la capacità di configurare in modo diverso degli elementi, o la capacità di effettuare dei collegamenti significativi tra elementi tra loro lontani, e così via…

Ma sinceramente a me interessa la creatività in un senso più magico e impercettibile forse. Perchè essa coinvolge l’essere umano nella sua totalità: nel momento creativo agiamo con tutto di noi, noi funzionanti al completo, con il nostro cervello che lavora, l’idea che arriva a popolare la mente,  il nostro corpo che percepisce e si muove, una mano che da fredda all’improvviso diventa calda, un piede che smette di formicolare, oppure il respiro che da affannoso si fa calmo e regolare, il sorriso che compare lentamente sulle nostre labbra, le gambe che iniziano a ballare, i nostri sentimenti che palpitano, le nostre emozioni che pullulano, la pancia che rimescola, i nostri desideri che fluttuano felici .

La creatività agisce in noi e nelle nostre vite a talmente tanti livelli che è difficile fermare e analizzarne uno per uno, perché il momento creativo non si può descrivere, esso è e basta, è movimento, è energia vitale che si genera e si nutre di se stessa. In quel momento tu esisti, ci sei, nel momento puro e non ti importa nulla del resto del mondo.

E può bastare poco per rendere le nostre giornate creative per noi, secondo il nostro criterio, personale e intimo, di creatività. Può essere per noi sufficiente aver cambiato strada per andare al lavoro, o disegnare una zucca con nostro figlio per Halloween, o aver scritto un articolo, o aver ballato la nostra canzone preferita, o ancora aver dipinto sul muro, o ancora o ancora e ancora…

Credo nel potere terapeutico di liberazione della creatività. L’esperienza mi dice quanto possa aiutare disegnare l’immagine di una paura, o danzare una passione.

Penso ai colori, alle azioni diverse da quelle che facciamo di solito, al cambiare punto di vista nell’affrontare un problema o il rapporto con una persona…magari con nostro figlio adolescente con il quale non riusciamo più a comunicare.

In fondo, essere creativi significa mettere se stessi in quello che facciamo, è dare quel colore unico che noi siamo, è infondere la magia della creatività nelle cose semplici, per realizzare il proprio potenziale che aspetta solo di essere svelato. Creare è osare esistere.

dott.ssa Roberta Bailo

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