Oggi sono uscita per la mia città, Genova, semi deserta.
L’energia che si respirava era di paura e chiusura. E di attesa, ferma.
Quelle sensazioni che non ci piace proprio provare. Neanche a me.
Sento come coach ( e anche come madre e come donna) ancora di più l’emergenza, ma di altro tipo. In questo momento.
Di fronte a qualcosa che non possiamo molto controllare e che però ci sta controllando, costringendo a riorganizzare ad esempio le giornate, per le scuole chiuse, con la speranza che sia soltanto per una settimana. Di fronte ad un’emergenza contagio esplosa da un giorno all’altro, di fronte alle domande dei nostri figli: “perché? Ma che cos’è questo coronavirus?”.
Di fronte ad una sovrainformazione, spesso gestita male, c’è bisogno ancora di più di centratura e di energia buona.
Perchè tutte le parole negative ed i sentimenti negativi che queste portano con sè non alimentino l’ansia e di conseguenza indeboliscano il nostro sistema immunitario, e ciò che è strettamente collegato al tutto di noi: corpo, psiche e anima sono collegati, non lo dimentichiamo.
C’è bisogno forte proprio oggi, di non farsi prendere dall’ansia collettiva che svuota i supermercati, che fa indossare dieci mascherine e guarda con sospetto e gesti scaramantici un cinese.
Ci stiamo rendendo conto di cosa sta smuovendo un virus parainfluenzale?
Quante paure e ansie ataviche? Come se adesso la soluzione di tutti i mali e le sofferenze si potesse catalizzare sul coronavirus, diventato simbolo di tanti pesi delle nostre vite.
Il nostro potere personale è messo alla prova in questi giorni, lo sento e lo vivo anch’io, nel momento in cui permetto alle ansie delle mamme dei compagni di mio figlio, o ad altre energie di portarmi via.
I venti ci sono e ci saranno sempre. Reali o immaginati che siano. Quanti fanstasmi delle misure precauzionali e il timore di un contagio possono sollevare!
Ma il nostro potere personale in questo momento più che in altri ha bisogno di essere ritrovato e rinforzato. Proprio come in altre situazioni.
Le parole antivirus diventano ancora più necessarie.
Parole ferme, di potere, salde e ancorate nelle nostre radici.
Quelle parole di potere che ci permettono di ritrovare la nostra centratura.
Quelle poche sacre parole che possono diventare parole di guarigione, dai tanti virus che ci possono attaccare. Perché se non è un coronavirus, è un sentimento negativo, è una mancanza di speranza o altro che ci mina l’equilibrio. Un sentimento di inadegautezza, il consegnare il nostro potere ad altri o ad altro.
Dobbiamo riuscire a restare sul nostro confine, racidi ancorate nella terra, tronco eretto, consapevolezza chiara.
Ecco alcuni piccoli suggerimenti che mi arrivano per resistere a questo vento.
1. Non ascoltare i venti
Non farti trasportare dai mille discorsi su quanto sia virulento, del contagio, della Cina, sui cinesi, quel complottismo di ogni tipo, sterile e che prosciuga le energie… vado a fare spesa grossa o no? E l’amuchina dove la trovo? Mai hai sentito, hai letto, hai visto? …
Non nutrire l’ansia ascoltando i mille venti che altro non fanno che aumentare quel contagio ancora più pericoloso, della paura e delle parole…
2. Poche parole. Pensate, usate con discernimento e con attenzione.
Cerca di misurare le tue parole. In un’ottica di ecologia. Quando stai per parlare pensa a quali usare, perché la parole hanno un grande potere: creano la realtà. Sia in positivo sia in negativo. Fatti attenta a come parli e quanto tempo e parole dedichi a questo evento. Lo stai pompando? occupa tutta la tua giornata di discorsi?
3. Nutriti di parole di amore
I pensieri dentro di te possono potenziarti o abbassare le tue difese. Il tuo corpo ascolta e vibra di quello che pensi.
Anche qui, pensieri buoni. Potrebbe essere un momento questo molto potente, in realtà, se usato nel modo giusto. Per riscoprire quali sono i tuoi valori, per ridefinire tuo il tempo che possa essere un tempo di qualità. E di pulizia interiore da quei pensieri distruttivi che ti fanno solo ammalare. Quei pensieri di non amore verso di te. E se fosse il momento invece per evitare il contagio delle parole giudicanti nei tuoi confronti che usi così spesso?
4. Ridi
Sdrammatizza: intanto il coronavirus non si offende.
Diamo alla serietà il suo posto, ma non troppo spazio. Circoscrivilo e circondalo di leggerezza.
L’ironia e l’allegria sono una grandissima arma.
Crea più situazioni reali per reti di relazioni buone, che non ti appesantiscano.
Stai con le persone che condividono con te il tuo stesso sguardo sulla vita. Isola chi si ciba di catastrofismo. Porta germi non buoni nella tua atmosfera. Crea solidarietà leggera.
Stai con le persone in momenti di gioia e allegria. Faranno da scudo energetico. Ridi, come una scema…
Alla fine, questo coronavirus potrebbe avere aspetti positivi… regalarci una maggiore consapevolezza del nostro potere più autentico che sa stare nella fragilità, aiutarci a riscoprire un tempo differente, comprendere che possiamo comunque avere potere nelle nostre vite, se solo siamo disposte a cambiare punti di vista e parole…
Un grande abbraccio
Roberta