È un settembre che si sta avvicinando delicato e sottile, come l’energia che si respira qui da me in questi giorni. L’aria sta impercettibilmente mutando ed è accogliente, dalle tinte sfumate.
Un settembre che ci attende, di cambiamento e di radicamento di quello che è avvenuto nei mesi passati, dopo il tempo sospeso di agosto, proiettato verso l’altra parte dell’anno, con incertezza ma con un’energia di movimento differente. Almeno io la percepisco. E la Donna selvaggia ha da radicarsi ancor di più, come se dovesse affondare le sue radici ancora di più nella terra e nella sua connessione.
È un settembre di mutamento, che chiede apertura e radicamento. Puoi provare un po’ di ansia verso questo “non si sa”, un po’ di fatica nella ripresa, il bisogno di ancora un po’ di tempo prima di immergerti di nuovo in qualcosa che ha i contorni non ben definiti.
E allora oggi scrivo a te chiedendoti quanto ti dai il permesso di vederti, e di lasciarti vedere. Perchè anche questo la Donna Selvaggia chiede a te, di esserci nella tua vita, di tenerla tra le mani, e se ciò non accade, di fermarti per…
Come se fosse un faro in questa ripartenza, una guida per il dentro che ti aiuta a cambiare il fuori.
In quelle giornate in cui ti senti ferma e non sai bene ancora che direzione prendere, o quelle in cui senti l’inquietudine o le domande che ti arrivano da una zona remota del tuo udito e ti danno persino un po’ fastidio… come se bussassero, ma tu non le vuoi ancora ascoltare. Conosci l’inquietudine?
Ti includi? Accontenti tutti?
Hai messo da parte i tuoi sogni?
Di chi stai cercando l’approvazione? Di tua madre, dell’uomo di cui sei innamorata?
Quanto sei spostata di baricentro…
Quanto ti lasci vedere: le tue lacrime, i tuoi sogni, la tua forza e la tua energia. Correndo il rischio dei no, del rifiuto, dell’errore, quanto controlli…
Ma soprattutto quanto hai deciso di non voltare la schiena a te stessa. Questa la domanda più forte oggi che ti voglio proporre.
Quanto lasci che ti vedano, ti scelgano, a piedi ancorati, schiena dritta sguardo dove la tua luce pulsa.
Perché?
Perchè sei tu e la tua vita.
Tu scegli che cosa farne. Anche se te ne sei dimenticata e sei corsa dietro desideri, opinioni degli altri: tuo padre, madre, il tuo compagno o amore, figlio, amica…
Sei tu qui
con le tue mani che hanno disegnato sentieri di desiderio,
con le tue spalle che chissà quanti pesi degli altri hanno portato,
con quelle braccia che avrebbero voluto abbracciare e si sono trattenute tante volte,
con quel seno nascosto, ostentato e ritirato, che ha nutrito e ammorbidito abbracci e trasmesso energia orgasmica quante volte…
con la tua pancia che non è mai giusta, ma il tuo ventre un mistero oscuro sacro e potente;
i fianchi che non si sono protetti dai colpi, e che potrebbero essere avvolti da mani sicure e avvolgenti;
il pube, il tuo ventre di cui hai ascoltato troppo poco l’energia e l’eros; ma tante invasioni e chiusure;
le cosce aperte o serrate per non sentire che forse hanno poco scelto quando e chhi, che cosa accogliere;
le gambe, stanche di correre dietro…
di essere accartocciate e poco distese, poco accarezzate;
i piedi, poco guardati, poco mossi che ti sostengono e camminano con te da anni e anni.
Da quale parte del tuo corpo puoi ricominciare a riprenderti? Con cura.
Il corpo parla dell’anima che tace, il corpo potenzia e radica; il corpo sente ed è presenza.
Per ritrovarti parti oggi da lui. Un gesto di cura verso una tua parte trascurata da troppi anni, un sentire di amore. Uno sfiorare la pelle, usare il tuo tono di voce in modo differente, un respirare più lento. Così ci sei. Così ricominci ad esserci.
Buon inizio di settembre.
Un grande abbraccio
Roberta