Siamo state nella paura per due mesi. Sia che abbiamo reagito ad essa, sia che ne siamo state sopraffatte per un po’.
Poi forse ci siamo abituate a conviverci. L’abbiamo circoscritta, resa amica, quasi compagna, delle nostre giornate “protette”.
Chiuse in casa, accompagnate da un regista esterno (che possiamo aver combattuto o odiato o sentito come padre protettore) a muovere i passi, abbiamo atteso le notizie, e riconfigurato totalmente le nostre vite.
All’inizio recalcitranti forse, poi adattate, poi di nuovo stufe e stanche.
Abbiamo fatto i conti con le nostre mille emozioni e sentimenti.
Un nuovo personaggio si è affacciato nelle nostre vite e con lui abbiamo fatto i conti. Lui invisibile, oscuro, mortifero.
Abbiamo ascoltato i numeri, sofferto le morti, cercato di comprendere, di reagire, di trovare nuovi ritmi e nuove possibili convivenze, soprattutto con noi stesse.
Abbiamo attivato tutte le nostre risorse, di resilienza, di creatività. Fatto del nuovo tempo dato da vivere spesso un capolavoro, grazie al quale ci siamo date un nuovo tempo che non ci eravamo mai permesse di vivere. Per alcune un regalo, per altre un incubo.
Poi… ci siamo adattate a stare chiuse lì dentro, adornato la nostra casa, affezionate a nuovi ritmi, riscoperto nuovi tesori che avevamo dimenticato o forse mai scoperto.
Apprezzato il sole dalla finestra, nuove telefonate con amiche che non sentivamo da tempo, rispolverato e forse radicato ciò che conta veramente per noi.
E adesso…
La paura sta rifacendo capolino. Ci fa muovere i primi passi incerti dell’uscire, come intimorite e perplesse a riprendere un contatto con la realtà che di certo non è quella che abbiamo lasciato due mesi fa.
Una nuova fase di questa forzata convivenza con “lui”.
Come poterla vivere?
Ci scopriamo ancora diverse, tante come se di colpo fosse ripiombato tutto addosso o forse ancora di più di tutto, perché c’è da affrontare un nuovo dopo. Come se adesso potessimo ricominciare a muoverci ma con passi incerti e pochi permessi.
Non facile per nulla. Un’altro peso, un altro adattamento necessario, un’altra realtà che abbiamo tanto desiderato ma che non è ancora come vorremmo.
La convivenza con anche tutti i fantasmi che ha scatenato in noi entra in una nuova fase.
Normale sentirsi incerte e forse ancora più stanche, come se di colpo tutto di questi due mesi scivolasse nel corpo e facesse sentire quanto ci ha energeticamente provate.
Il segreto per vivere tutto questo?
Darsi, per quanto è possibile, ancora del tempo. Non pretendere. Muovere i primi passi senza sforzo, senza fretta, mantenendo quel tempo che abbiamo vissuto fino a ieri.
Per accordare corpo, anima, cuore ed emozioni con lentezza, rispettando i propri tempi.
Adesso sì. Per poter scegliere un tempo nostro.
Con amore verso noi stesse.
Datti il tempo di rivedere quello che hanno significato per te questi due mesi, ascoltati come sei cambiata, ascolta adesso di che cosa hai bisogno, radicati ancora di più, per non perdere quel Valore.
Un abbraccio
Roberta