Flavia si trova nell’ennesimo periodo difficile della sua vita ed è stanca. Stanca nel cuore e nell’anima. Ha sempre fatto una gran fatica a vivere felice. Non sa bene perché, ma lei nel mondo ci è sempre entrata con un piede solo.
Poche volte si è sentita dentro con tutto di sé.
Ora però è giunta ad un punto in cui vuole che le cose cambino, non sa più da che parte girarsi. Ha fatto percorsi psicologici di vario tipo, ma si porta dietro quel malessere di vita ancora oggi.
Arriva a me come all’ultima possibilità che si concede prima di rassegnarsi. Almeno così mi dice.
Flavia inizia a raccontare e va avanti così per settimane. Racconta della sua famiglia, di come era da bambina, di sua madre di suo padre di sua nonna. Racconta come se stesse raccontando di un’altra. Anche nel suo racconto non ci mette tutti e due i piedi dentro. A tratti è come se comparisse nei racconti della rabbia, come se fosse tutta lì, in tutta la forza da guerriera arrabbiata, ruolo assunto anno dopo anno per non cedere, per lottare, per…
E’ una rabbia stanca ormai. Flavia sta per arrivare alla sosta.
Ad un nostro incontro, Flavia di colpo non parla quasi, ha finito le parole. E mi guarda, ferma, persa, attonita, come se mi stesse studiando. E volesse da me il segreto, la formula magica per capovolgere tutto il suo film. Come se stesse aspettando LA risposta, come se… sospesa tra quello che era stato e un non so più.
Io la guardo e attendo.
Arriva la resa. Flavia finalmente piange. Piange quella se stessa che per così tanto aveva cercato soltanto una cosa: amore. Piange perché lo aveva cercato disperatamente con la rabbia, con la solitudine, con il suo unico piede. Flavia non si è mai sentita degna di amore e per non vivere il terrore di scoprire che potesse essere vero, non ha mai messo entrambi i piedi nella vita.
Una ferita antichissima le aveva fatto mettere un piede indietro, sospeso da terra, perso nella solitudine e nella paura.
Ora, l’unico passo possibile per lei è mettere entrambi i piedi nel dolore e nella resa che queste sue lacrime guaritrici le stanno donando.
Finalmente il permesso del pianto. Finalmente è dentro a se stessa.
Da quel pianto lentamente risorge e inizia il suo percorso di guarigione. A piccoli passi inizia a lasciar andare maschere di finta felicità, di come dovrebbe essere e apparire. Ora che il contatto con se stessa è avviato, inizia a conoscersi, a stare dentro la vita, che altro non è che la profondità della sua anima.
Inizia a parlarsi e ad ascoltarsi e a trovare lì, nelle sue lacrime, l’amore per se stessa. Inizia ad essere pronta per ricevere quella gioia che la attendeva da tanto.
Roberta