Uomini. Padri, compagni, amici, figli.
Un altro universo che incontriamo, respingiamo, non comprendiamo.
Un universo che ci tiene in pugno, che ci destabilizza, che cerchiamo con ansia, desiderio e bisogno.
Da sempre, da quando cercavamo il grande amore di nostro padre.
E il più delle volte sta lì il nostro cuore, che cerca ancora lui.
Nostro padre che ci ha amate, volute, respinte, un Padre che avrebbe dovuto darci il permesso di esistere come amabili donne. Di condurci nell’ingresso del mondo con la nostra femminilità.
Quando questo non è accaduto, la ferita del nostro femminile si intagliò dentro di noi e la fatica si è espansa nelle nostre vite. Per un padre assente, anaffettivo, giudicante, o troppo presente. Da figlie non viste a sostitute di compagne mancanti. Mille i motivi e gli intrecci.
Abbiamo così cercato e cercato uomini che potessero rimarginare, quando invece anche confermare, quella antica ferita di non riconoscimento della nostra amabilità e desiderabilità.
E arriviamo così agli uomini di oggi.
Quegli uomini specchio di quelle antiche ferite, che ci attraggono, respingono, cercano, che rincorriamo, non capiamo, abbiamo paura di incontrare, dai quali ci sentiamo giudicate, non cercate, non volute, ai quali spesso consegnamo il potere di dirci se siamo amabili. E che abbiamo paura che ci vedano per come siamo, con le nostre fragilità e con il nostro potere.
Uomini…
Quale uomo attrai?
Da quale uomo sei attratta?
Che cosa stai cercando di dimostrare a te stessa con un uomo di questo tipo?
Da quale parte di te stai lo stai incontrando?
Da una parte sofferente, bisognosa di conferme ( che alla fine non basteranno mai…), diffidente, prevenuta, o dalla parte del tuo femminile autentico che si dà il permesso di ricevere e di incontrare al confine sano un’altra persona? Con la quale poter comunicare per conoscersi in autenticità…
Un abbraccio
Roberta