L’altro giorno ero in giro nel centro di Genova, e ho fatto qualche giretto per negozi…
mi è venuta voglia di comprarmi un vestito… ce ne sono tantissimi e di tutti i tipi!
Una novità per me! Sì, lo ammetto, mi vesto sempre e rigorosamente con i pantaloni.
Un po’ perché è più comodo, per la vita quotidiana che faccio, un po’ perché… non lo so, o forse sì, lo so bene e per bene, e ho deciso così di raccontartelo oggi.
Un vestito. Ho voglia di comprarmi un vestito. Per me. Non perché devo andare chissà dove o per chissà quale occasione o per sedurre…
No, un vestito, per me.
E sentire di nascosto o neanche troppo di nascosto, l’effetto che fa. Provarlo, guardarmi e soprattutto sentirlo addosso, vedermi nello specchio, muovermi per la città con il mio femminile addosso, sentito, sulla pelle, visibile a me e agli occhi degli altri. Perchè con i pantaloni non è la stessa cosa, diciamocelo.
Ho deciso di comprami un vestito e chissà che poi non ci prenda gusto e me ne compri anche un altro e un altro ancora.
Ho deciso di vestire il mio femminile.
Il nuovo femminile che mi sta abitando.
Ho deciso di colorarlo del mio essere donna.
Non solo la donna cazzuta, che sa, che sceglie, che intraprende…
Ma la donna che è femminile.
So quante donne (me ne parlava giusto ieri una cliente in una coaching) non hanno ancora capito che cosa sia questo femminile…
Beh neanche io… scherzo un po’ ovviamente, ma so anche e sto comprendendo come sia un mondo nuovo per molte. Perchè?
Perchè il femminile autentico è sommerso. E qui non riesco fino in fondo a dire che lo abbiamo scelto. L’abbiamo scelto, sì è vero, ma siamo anche state sommerse da un mondo che ci ha chiesto di essere più maschili se… volevamo emergere, sopravvivere, vincere, essere viste…
Una cultura che, come ho già scritto, ci ha viste emergere nei decenni e che per emergere ci ha fatto vestire i pantaloni, sotto tantissimi punti di vista, lo sappiamo. Sappiamo anche quanto questo spesso non sia ancora sufficiente, dal mondo del lavoro, alle relazioni, alla vita quotidiana che conduciamo (ma l’essere donne multitasking, è ancora un altro discorso…).
Il nocciolo non è comunque mai di chi sia la colpa, a questo punto, non importa più, mi verrebbe da dire. La colpa non fa mai compiere dei passi avanti.
Di fatto, vedo e constato che portiamo più spesso i pantaloni. Che ci vestiamo di un abito che dice autonomia indipendenza e maschile ecc… Che dice prontezza di azione, comodità per certi tipi di azioni quotidiane, e dice forse tanto altro ancora…
E i vestiti dove sono stati appesi?
Voglio comprarmi un vestito per sentire che effetto fa essere donna femminile. Sì mi viene da metterci l’aggettivo, perché essere donna da solo sembra non rendere. E un vestito, non una gonna, perchè il vestito è intero. Mi veste tutta della mia femminilità.
Femminile qua si sposta su un versante, per tante, poco esplorato.
Il versante del ricevere, del desiderio, dell’attrarre. Della bellezza, del compiacimento di essere belle davanti a se stesse.
Al lato opposto del rincorrere, dello spingere, del dare di più, del farsi mendicante, del combattere, del farsi spazio, del non è mai abbastanza, del non vado bene, del mi devo nascondere.
Mi metto un vestito e mi guardo per come sono bella nella mia femminilità. Scelgo, con il vestito, che cosa mostrare di me, e fino a che punto delle mie gambe, scelgo che scarpa abbinare, quale maglione o golfino mettere sopra, che giacca. Scelgo come mostrarmi a me nella mia femminilità.
E, soprattutto, dopo la “vestizione” ( e la scelta di acquistarlo, di indossarlo…) mi fermo e mi ascolto. Che effetto mi fa. Come mi sento ad indossare la mia femminilità e i miei segreti di donna, la mia sensualità, il mio mistero. Come ci sta il mio corpo dentro a questo abito, come gli viene da muoversi. Come ci respiro dentro.
Scelgo di muovere i primi passi nel mio mondo, e di scoprire forse qualcosa ancora di me sconosciuto, che però ho una gran voglia di scoprire.
Scoprire tutto il fascino dell’essere donna femminile. Entrare in questo mio mondo magico, fatto di mondi possibili, dal quale non rincorro più, ma attraggo. Dal quale conduco a me. Se-duco.
Amore, amori, successi, meraviglie, allegria, risate, abbondanza.
Mi guarderò poi allo specchio, mentre cammino per strada incrocierò con lo sguardo il mio corpo che cammina riflesso nei portoni, nelle vetrine… e mi dirò quanto sono bella e leggera.
Allora, ti compri un vestito con me?
Un abbraccio
Roberta