Cara wonder woman

Cara wonder woman…

Credevi di dover nascondere la tua fragilità…
Credevi di dover nascondere i tuoi bisogni…

Hai costruito un muro fin da quando eri piccola, di fronte alle incomprensioni che ti arrivavano come frecce al cuore, hai tirato su un muro fatto di orgoglio, di indifferenza, di finto chi se ne frega, di superiorità, di “basto a me stessa”… di devo essere forte, ce la farò da sola, soltanto le donne forti possono essere amate.
Quel muro si è alzato negli anni, a volte abbassato leggermente, davanti alla speranza di non essere più ferita. Un piccolo sogno, di incontrare chi, un giorno, avrebbe buttato giù quel muro, principe azzurro dei tuoi desideri, cavaliere che avrebbe visto oltre, con amore, coraggio, senza giudizio.

Quel muro è cresciuto, ogni volta in cui ti sei trovata davanti chi non ti vedeva, chi non ti accoglieva e ti sei convinta che avresti dovuto diventare sempre più forte, sempre più autonoma, sempre più donna guerriera, tutta d’un pezzo, senza tristezze troppo grandi, senza slanci troppo entusiastici, senza mostrare le malinconie, le vulnerabilità, il tuo non sapere, il tuo bisogno di amore, affetto, tenerezza, dolcezza, il tuo bisogno di essere vista, accolta, accudita.
Hai eliminato il tuo essere umana, confuso e barattato con l’essere quello che credevi potesse essere accettato e possibile per il tuo mondo.

E così sei diventata una super woman, sempre in piedi, pronta a rialzarti in poco tempo, ogni giorno di nuovo. O per lo meno cresciuta adulta con questo obiettivo. Meno mostro meno soffro, più sarò cercata, meno verrò abbandonata.

Dopo aver ingoiato dolore e rabbia, delusioni e disillusioni, sei giunta qua, ad aver alzato un muro talmente alto, e spesso, che neppure se volessi adesso riusciresti a buttarlo giù. Almeno non di colpo e con facilità.
E ora non riesci neppure più tu ad accedere a ciò che hai seppellito. Al tuo cuore di carne. Non l’hai più lasciato vedere, e adesso hai perso la chiave di accesso. Forse. Tu, grande donna forte, sempre pronta alla speranza, tu grande donna che ha messo i tuoi bisogni dietro di te, lontano. Tu che non credi più che mi ti possa vedere. Tu sempre pronta a dare, creando così una barriera al ricevere, divenuta incapace di ricevere.

E ora? Ora hai il tuo bellissimo muro, spesso e alto. Ora vorresti accedere a tutto quello che sta dietro e trovare chi possa essere capace di… accoglierti nella tua vulnerabilità.

Ora intuisci che la strada per essere amata passa proprio dal buttare giù quel muro di donna perfetta e incrollabile. Ora non sai se sei ancora capace.
Hai perso laggiù in quel tempo lontano la chiave per raggiungerti. E non sai più i gesti e le parole del chiedere, del lasciar entrare, del lasciarti vedere. Li hai dimenticati, sbiaditi dal disuso, scolorati dalle tue convinzioni che non avresti dovuto provare questo e quello.
Ora, accogli la mia fatica, la guardi e attendi.

Sai che rendertene conto è il primo passo. Piano piano senza scrollare, accogli. La tua nuova consapevolezza di essere a questo punto della tua vita: e ti guardo caro mio muro, di che cosa sei fatto. Ti vedo, per la prima volta. So che mi sei utile e ti voglio tenere ancora un po’ di tempo con me.
Ma so anche che è possibile farti cadere. So che avrò bisogno di tempo e che lo farò piano piano, secondo i miei tempi e con le mie protezioni, perché so anche che se ti ho costruito è stato per proteggermi.
Tempo è ora di costruire altre protezioni, di amore per me per come sono.
La guarigione del cuore è iniziata…

Un grande abbraccio
Roberta

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