Con-tatto con il virus – parte prima

Con-tatto è la parola che mi è balzata all’occhio oggi, in questo momento: la voglio vedere da due punti di vista diversi. Te ne parlo oggi e domani.

1. Con-tatto con noi stesse

Entra in contatto con te stessa con tatto. Prenditi cura di te e delle tue paure. Amati ancora di più adesso.

Questo virus sta facendo in un certo senso il nostro gioco. Materializza le nostre paure più ancestrali: della morte, della malattia, della solitudine. La privazione della libertà perchè è in pericolo la nostra vita. Ci tocca nei nostri istinti primordiali. Di sopravvivenza.
Quando un virus dà voce alle nostre paure più profonde e pregresse e antiche, ci mette di fronte a noi stessi. Il virus diventa il simbolo della nostra estrema fragilità e ci chiede un grande salto per non cadere in preda alla paura.
Si inserisce nella nostra vita come nemico invisibile che non puoi veramente controllare.
Non sai se sei scampata al contagio. Non sai bene che cosa puoi fare veramente.
Diventa simbolo di tutto quello che non puoi controllare.
Va a pescarti nelle tue paure più antiche. E ti costringe a farci i conti, in qualche modo.
E si piazza nel mezzo della tua vita.
Come eri prima di lui e come sei adesso. Un adesso che sembra eterno.
Se prima eri già messa così così, adesso che cosa può succedere?
Questa paura ancestrale viene nutrita continuamente dai social, dalle istituzioni, dai media che con un incalzare di restrizioni a singhiozzo sta aumentando una sensazione di precarietà peggio che se fossimo in tempo di guerra. Sono messaggi continui ansiogeni e di morte. Di estrema chiusura, di fronte a questo nemico impalpabile che non si sa quando e come può colpire. Per di più ognuno deve più o meno risolversela da sola.
I rapporti ridotti al minimo, il pericolo degli abbracci dei contatti umani.

Cosa fare?
Entrare in con-tatto
con se stesse con delicatezza e amore.
Iniziare ad entrare in con-tatto con quell’amore che spesso ci dimentichiamo di provare per noi stesse. Quando ci trattiamo male, sbrigative, con superficialità. Entra in con-tatto con te vedendoti. Ama le tue paure. Concediti la fragilità. Vedrai che ti aiuterà a sciogliere tante tensioni.
Scegli la vita. Combatti questa epidemia di paura con tutta la vita che hai dentro.
Smantella questo gigantesco Barbablù, smembralo e accarezzalo perchè da nemico possa diventare alleato. Chiedi aiuto ai tuoi fratelli, la saggezza e l’intuito. Alleato di amore per te. Per poter vedere da un altro punto di vista un virus simbolo di tanto altro.
Può insegnarti a non aver paura di quell’Ombra che in questo momento è lui a rappresentare.
Quell’ombra abitata dai peggiori draghi.

E puoi scegliere se usare questo virus per far cadere alcune paure antiche o se continuare come se nulla fosse.

Mi spiego meglio: è come se il virus potesse fare da catalizzatore di sofferenze e difficoltà che già c’erano e di fronte ad esse adesso ti si chiede un movimento di cambiamento.

Cambiare terra e andare a vedere tutto quello che ti ha creato problema fino ad ora. Andare nella terra della resa, della fiducia dove abita la luce e il grande amore per te stessa e per la vita.

Così non sarà più un nemico da combattere, un altro problema, ma sarà quel mezzo che ti permette di dare una svolta alla tua vita.

Puoi fermarti, e chiederti in questa reclusione forzata, quale impronta voglio dare alla mia vita? Da adesso in poi? che cosa conta veramente per me? Quale parte di me posso ora guardare?

Continuare a farmi vivere dalle mie paure, dai miei fantasmi e da quel copione che fino a ieri mi ha fatto sentire fallita, vittima, perdente, non amata o invece usare questo momento per far sì che Il virus diventi un mio alleato?

Di quanti virus mi devo curare? Come posso fortificare il mio sistema immunitario per far sì che la paura non mi domini più?

Che cosa mi vuole insegnare questo contagio così temuto? Che cosa mi sta chiedendo?
E soprattutto che cosa dice di me questa grande paura che vedo fuori di me e che rispecchia così prepotentemente quella che ho dentro?

Alleiamoci con la nostra paura. Accarezziamola, guardiamola, ora abbiamo il potere di trasformarla.
La possiamo mettere davanti a noi e iniziare ad entrare in contatto (questa volta senza trattino) con lei con amore pieno.

 

Un abbraccio e a domani, con la seconda parte.
Roberta

 

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