Dai il titolo che vuoi tu

No, non è uno sbaglio, non sapevo che titolo mettere perché avrebbe potuto avere tanti titoli diversi..e così puoi mettere il titolo che vuoi tu, come le parole che vuoi tu….

Vi capita mai di sentirvi stanchi?

una stanchezza che parte dalle troppe parole, dalle troppe analisi, dai troppi discorsi, dal troppo sapere, dal cervello che vi parla tanto, che non si spegne mai…

Parlate di voi stessi, sempre degli stessi problemi e vi trascinate dietro discorsi pieni di rancori, fatiche, emozioni che appesantiscono voi stessi per primi, ancor prima di aprire bocca.

Leggete libri per sapere sempre qualcosa in più come se non fosse mai abbastanza, fate discussioni infinite per dimostrare a voi stessi e all’altro di avere ragione, di essere giusti, ma poi vi resta sempre la sensazione che la lotta non sia ancora finita..

Per anni sono stata convinta che a parlare, a sfogarsi,a  trovare soluzioni, a trovare il bandolo.. sarei riuscita a cambiare me stessa e la mia realtà, quella che mi faceva fare così fatica e che non mi lasciava libera di essere veramente me.

E continuavano così le parole. Parole nel rapporto di coppia, analisi dei motivi, parole che ascoltavo e persino parole che leggevo. Parole e ancora parole che spesso mi hanno sotterrata e resa ancor più stordita, confusa e smarrita.

Non servono tante parole. Spesso poi quando si parla,  pancia o bocca direbbero altro, una smorfia, uno sguardo, un gesto distratto dicono molto di più e soprattutto meglio…

Sono state poche parole a liberarmi e a diventare le mie ancore, poche, dette nel luogo giusto, a partire dal luogo giusto di me che mi hanno liberato. Era il tempo, il luogo, il momento e la persona giusta, giusto il luogo di me dal quale arrivavano, non erano molte, erano poche, essenziali e asciutte, senza fronzoli, senza se e ma, senza perifrasi e arrivavano dritte al cuore del problema e dell’essenza.

Credo sempre di più che le parole debbano essere poche. Credo che la trasformazione passi da questo, da poche parole e dal silenzio. Riempiamo vuoti affettivi e buchi relazionali e quotidiani con migliaia di attività “vuote” e con tanti discorsi che ci portano in nessun luogo.

Il silenzio invece è potente e magico. Quel silenzio che tanto ci spaventa e che cerchiamo di allontanare è vitale, e genera. Non è mai vuoto se si riesce a starci dentro, in sua compagnia. E’ pieno di tutto quello che conta veramente per noi. E’ denso e nutriente. E’ pieno di quelle poche parole buone, ci può cullare e nutrire, accarezzare e amare. Nel silenzio io prendo forma, con i miei contorni e confini, percepisco pienamente me stesso e mi sento esistere in pienezza. Da qualche parte in te, c’è sempre un luogo dove abita il silenzio, vallo a cercare…

Quando il silenzio è pronto, da lui scaturiranno le nostre parole, quelle vere, quelle piene, quelle che dicono noi stessi in autenticità. Saranno poche ( e per ognuno diverse) ma potenti, diranno veramente noi nel mondo e creeranno un’altra realtà, fatta di azioni giuste, perché aggiustate a noi, fatta di relazioni importanti e nutrienti, senza liti sterili, senza ganci e legami che ci abbruttiscono.

Silenzio e poche parole (io ne ho già scritte troppe qua…)

Questo il modo mio nuovo di fare coaching oggi. 

Il titolo a te stesso lo puoi dare tu…

 

Se il silenzio ti affascina (anche se ti spaventa) e vuoi provare l’esperienza di una coaching diversa, fatta di poche parole ( e scoprirai le tue) e di silenzio, contattami  scrivendomi qua 

Roberta

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