La primavera sta per arrivare, e lo sento nel canto degli uccelli che si fa ogni tanto più insistente, come se la chiamasse, nell’aria più frizzante a volte, la vedo nelle violette fiorite del mio giardino, la tocco nell’erbetta nuova che cresce, la sento nella luce…
Siamo nel momento dell’attesa, l’inverno sta finendo ed è tempo di prepararsi.
Quando la primavera arriva con il suo tepore la voglia è di aprire le finestre, di lasciare entrare l’aria dall’esterno più mite e fresca, di rinfrescare con la brezza tiepida una casa chiusa da mesi di freddo e buio inverno, viene voglia di togliersi i maglioni, di alleggerire, aprire, far entrare luce, sorridere di più, cercare maggiormente luce, colori e di stare fuori.
Tutti movimenti questi che rimandano ad un atteggiamento interiore nuovo, di cambiamento, di apertura, di alleggerimento, come la natura stessa, nella sua ciclicità dice e ci dice se vogliamo vederla e osservarla.
Qualche giorno fa ero in macchina, in una giornata che sembrava veramente di primavera: sole, cielo terso, aria fresca ma non fredda, con i finestrini aperti perché entrasse tutto.
E mi è arrivato come un mantra “facciamo spazio”.
Spazio dentro perché possa entrare il nuovo da fuori.
Nelle nostre case “piene” di roba, nelle nostre vite “piene” di attività da fare (per non parlare di quelle dei nostri figli..), in noi stessi troppo pieni di cibo e di sentimenti bui, nelle relazioni con le persone, piene o di nulla o di rancori, di piccole rabbie represse, di piccole delusioni mandate giù a mala pena.
Facciamo spazio allora. Lasciamo dei vuoti, fisici e no, facciamo silenzio.
Sentiamo quanto possa essere potente, rinfrescante e dilatante buttare via un barattolo che teniamo sulla mensola da anni anche se arrugginito e brutto, sentiamo quanto possa essere alleggerente lasciar andare il solito arrovellamento quotidiano su qualcosa che vorremmo diverso ma che non cambia.
Se non facciamo spazio dentro di noi, nessuna novità potrà arrivare nelle nostre vite troppo chiuse e irrigidite e ferme sul vecchio.
Casa, corpo, emozioni e sentimenti sono un tutt’uno.
La nostra casa è come il nostro specchio, esprime noi stessi e il nostro stato d’animo. Con essa entriamo in relazione, come con noi stessi.
Possiamo iniziare da dove vogliamo per creare spazio. Se consapevole, ogni atto, ogni parola, ogni spostamento, ogni NO, diventeranno piccoli grandi atti magici, di grande potere.
Dal regalare un libro che non leggeremo mai, allo spostare un mobile che sentiamo ci appesantisce ogni volta che entriamo in casa, al dirci ‘adesso basta con questa lamentela, da oggi la smetto’, al metterci a dieta perché ci sentiamo pesanti… Insomma ognuno di noi ha cose, sentimenti, pensieri ed emozioni che lo fanno sentire pesante.
Un debito economico che ci trasciniamo, un senso di colpa, un desiderio mai realizzato, un sogno nel cassetto che ormai coscientemente non ci ricordiamo più di aver fatto, ma che il nostro inconscio sa e ce lo dice nel male alle gambe che sentiamo a volete di notte perché camminare nella nostra vita ormai ci è diventato difficile e arranchiamo; ancora, un’amicizia chiusa male e di fretta, tutto ciò che ci ritorna ogni tanto alla mente…’ah se avessi detto, ah se avessi fatto, ah se fosse andata così, ah se potessi…ma non posso’.
Tutto ciò che ci appesantisce, che ci tiene legati, ancorati, con le spalle curve, abbassate, con la morsa allo stomaco. Apparentemente andiamo avanti, ma in realtà siamo ancora fermi.
Insomma fare spazio non per punirci o per entrare in nuove regole rigide e autosabotanti, ma fare spazio per liberare il dentro e il fuori in modo che possano essere aperti al nuovo. Un nuovo leggero, semplice e facile, gioioso e vivo come una bellissima giornata di primavera.
Roberta Bailo
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