Quando non sei te stessa tutto intorno a te appassisce e soffre. Un equilibrio saltato.
Hai mai pensato che non essere pienamente te stessa potrebbe danneggiare il mondo?
Hai mai pensato che se privi te stessa di parti di te, anche il resto del mondo che potrebbe beneficiarne ne potrebbe soffrire?
Siamo energia, le nostre vibrazioni arrivano ovunque.
Se stai e ti nutri di basse energie tutto il resto intorno a te ne risente.
Se usi parole basse vivrai emozioni basse e trasmetterai basso.
Se ti racconti una storia di te stessa media, diventerai quella storia.
Se hai scelto di mettere in ombra te stessa, troverai persone che vedranno soltanto quello che vuoi far vedere e la tua realtà corrisponderà esattamente a tutto questo.
Quale antico patto hai fatto per scegliere di nascondere la parte migliore di te?
A chi hai promesso che mai ti saresti fatta vedere in un certo modo, che mai avresti mostrato alcune parti di te? Quale patto hai stretto con il dramma?
Che cosa fai vedere agli altri di te?
Che cosa hai scelto di seguire?
Che cosa tieni sullo sfondo della tua vita?
Quale storia hai deciso di raccontare in questa tua vita?
Credo che oggi più che mai queste domande possano risuonare potenti in te, in tutte noi.
Proprio nella realtà così mutata che stiamo vivendo.
Sembra che il lock down abbia smosso nel femminile una grande energia e nuove consapevolezze.
In fondo ha funzionato secondo lo stesso principio di come quando ci diamo il permesso di fermarci. Di chiudere per un po’ con gli automatismi di sempre e con quelle abitudini che ci sovrastano. Mettiamo una certa distanza e osserviamo, lì permettiamo di raggiungerci a chi siamo, a quello che più di tutto sentiamo e desideriamo. Lì le nostre energie si alzano, possiamo ascoltare la nostra vibrazione e sentiamo la vita in noi.
Quei momenti sani e benvenuti in cui ci diamo il permesso di chiudere tutto all’esterno e di rivolgerci a noi stesse, al nostro dentro.
So che lì molte donne hanno ritrovato se stesse.
E in questo ritrovarsi adesso dicono di non voler più.
Dura riaccettare le vecchie costrizioni.
Paradossale, ma comprensibile, come una privazione esterna abbia liberato grandi libertà interiori.
Chissà quante di noi avranno contattato parti di sé tenute nascoste per troppo troppo tempo, avranno preso finalmente decisioni, trovato il coraggio di vivere i propri no, scelto il proprio tempo, quello del cuore e dell’anima.
Trovato il coraggio di contattare la propria ombra e la propria parte più viva, selvaggia, libera e potente.
È come se la tempesta che sta intorno a noi dicesse qualcosa di importante: c’è qualcosa che va rimesso al suo posto, che non gira nel modo giusto, come una grande ruota che impazzisce e non gira come dovrebbe.
Un ruolo sballato, una capacità di noi stesse che non tiriamo fuori, una fatica di troppo che ci fa tirare la corda e disperdere energie su energie.
A volte sembra tutto impazzito e fuori posto. Noi fuori dal nostro posto, perfettamente ostinate a far andare cose che non vanno, quando sarebbe sufficiente fermarsi, e con un passo di distanza guardare la realtà, per vedere quale posto è scoperto, quale occupato troppo, quale è stato forzato per entrarci dentro a tutti i costi, mentre il nostro vero autentico posto era rimasto vuoto e non lo vedevamo…
le realtà che non vanno spesso vogliono dirci qualcosa: che stiamo forzando, che non è lì da posare il nostro sguardo, che abbiamo dimenticato parti importanti di noi.
E l’universo soffia perché ce ne accorgiamo, perché cambiamo direzione, perché ritorniamo alla nostra terra e a noi stesse.
Proprio là dove abbiamo paura di guardare, dove la nostra parte più autentica vive nell’ombra, nella stranezza e in quella selvaggia leggerezza che tutto sa e fa danzare.
Proprio laddove abbiamo nascosto i nostri aspetti più scomodi, sgradevoli e fastidiosi ai più.
Proprio dove ci siamo giudicate pecore nere, diverse, strane, strambe, esagerate, eccessive, inopportune. Lì la tua più grande forza, lì dove andare a pescare la tua autenticità e la tua gioia, lì dove abitano le ombre tue più grandi alleate.
Dove cadono i drammi e l’ombra si scioglie e si fa chiara.
Un abbraccio
Roberta