In un cammino di liberazione da false credenze, schemi precositutiti, riappropriazione delle proprie energie femminili e della propria libertà, in un cammino di maturità reale non c’è soltanto riprendersi se stesse e il proprio posto, rivendicare diritti e darsi permessi, c’è anche un passaggio al quale non sempre pensiamo, che si radica in una matura visione della realà e visione dell’altro: ammettere di “avere torto”, che non significa prostrarsi, fare le vittime, chiedere scusa strisciando, ma che significa ridare all’altro lo spazio e la possiblità di esistere e di cambiare.
Ad un padre che ci abbiamo vissuto come sempre cattivo, ad un compagno che abbiamo ormai etichettato come cattivo, ingiusto; ad un altro che abbiamo incasellato per sempre come non giusto per noi. Come cattivo, sempre sbagliato…
il sempre vale anche per l’altro.
Anche di qui passa la libertà nostra. Nel dare libertà all’altro, movimento che scatta nel momento in cui ti sei data libertà.
Allora crei cambiamento anche nell’altro, che puoi spogliare di tutte quelle gabbie chiuse e irrigidenti di “sarai per sempre così”, “tu sei sempre sbagliato”.
Come per te, così per lui/lei.
La libertà libera ed apre al cambiamento.
Quale nuovo sguardo libero e liberate puoi posare oggi su un altro che hai sempre visto in un certo modo?
La libertà è un cammino in due.
Io mi libero così che tu ti liberi.
E cambi.
E tu puoi essere agente di cambiamento e liberazione.
CI hai mai pensato?
Che repsiro profondo…