Quando ero bambina, ed ero un brava bambina, sì ahimè ve lo confesso… per me pasqua era un mistero che mi interpellava nella mia inadeguatezza, un po’ come il natale. Nascita, passaggio, rinascita, resurrezione: tutte immagini che mi rimandavano ad un cambiamento, ad una morte e pertanto a qualcosa che avrei dovuto cambiare di me. Figlia di una cultura cattolica (che strano eh?), avevo in me i semi del senso di colpa e dell’inadeguatezza. Anche nella pasqua, che comunque rimandava a luce e resurrezione, sotto sotto c’era pur sempre una domanda di miglioramento necessario. Gesù morto per noi e quindi anche per me, per salvarmi dai miei peccati. E quindi io avrei dovuto vivere la pasqua comunque da “c’è qualcosa in me che non va bene”, grazie a lui sono salva, però devo stare attenta a come sono e mi comporto perché altrimenti non sono degna del suo sacrificio e della sua vittoria sulla morte.
Poi gli anni sono passati e per fortuna sono diventata ribelle, wild, controdipendente e soprattutto ricercatrice, della verità (augh) e delle verità possibili. Spirito critico e inquieto. Un po’ anche birichino…
E allora che cosa posso dire di questo simbolo che ogni anno giunge ad interrogarmi? Ad interrogarti? Come lasciarlo entrare nella mia realtà di oggi? Togliendogli quei veli un po’ fastidiosi della “festa comandata”, delle uova per forza e della gioia per forza?
Questo potente simbolo che attraversa i secoli e le diverse culture da sempre…Festa precristiana, festa pagana, festa ebraica e persino musulmana, in ognuna simbolo di luce, di passaggio, di liberazione dalla schiavitù, di nascita, di rinascita, di vittoria sulle tenebre.
Ecco che mi giunge il mio spirito wild e ribelle.
E mi arriva una domanda, di quelle mie un po’ provocatorie: e se invece di risorgere a nuova vita, di cambiare, di liberarmi…non mutassi punto di vista per restare dove sono oggi e godere di chi sono, così semplicemente?
E se decidessi di mantenere tutto di chi sei, almeno per un giorno? Ma veramente, non tanto per dire, perché ti dicono che ti devi amare per chi sei. Ma farlo sul serio e goderne fino in fondo. Lasciar entrare quella luce di gioia che provi nel momento in cui ti fermi a godere di quello che abita in te, così. Perché è bellezza, perché è amore per questo tuo essere fragile, potente, un po’ maldestro, un po’ frustrato, spesso arrabbiato, insicuro, ridicolo, ma profondamente umano, che ha tanto bisogno di un abbraccio lungo.
Goditi la tua pasqua allora, per come ti viene e per quello che oggi avrà da regalarti, senza aspettative.
E se ti va raccontami il tuo simbolo pasquale di oggi o di quando eri bambina/o…
Che significato ha per te pasqua oggi?
Roberta wild