La vita non è un esame

Non so che cosa fare, ho paura delle conseguenze delle mie scelte.

Ogni scelta comporta una rinuncia a qualcosa e spesso non riusciamo a trovare la strada per lasciar cadere una parte e percorrere l’altra.

Entriamo in conflitto con noi stesse, tirate da una parte e dall’altra.

Non vogliamo perdere nulla, mollare nulla e non sappiamo veramente dove andare.

In questo modo ci blocchiamo. Restiamo ferme ad osservare, nella migliore delle ipotesi, il nostro conflitto interno, e saltiamo da una parte all’altra.

Mi separo o no? Cambio lavoro o no?

Il processo della scelta non è così semplice, soprattutto quando dobbiamo districarci tra emozioni e sentimenti apparentemente contraddittori e quando sembra che ne valga della nostra stessa sopravvivenza del cuore e dell’anima.

Quando iniziamo a sentire di stare strette e di non respirare, si affacciano in noi scelte importanti, che ci spaventano.

Come quando la vita, o quella scintilla di noi stesse mai veramente sopita, inizia a bussare con più prepotenza del solito. Sentiamo che dentro scalpita qualcosa. Che non può più attendere. Ma non ci fidiamo ancora, di quella parte di noi.

Abbiamo consolidato l’abitudine a dire “non importa”, soprattutto se non è stato così traumatico o doloroso.

Fidarci di quel nostro sentire che ci porterebbe a compiere un salto, ha bisogno di familiarità e di confidenza.

Ha bisogno anche di un rivedere alcune convinzioni di fondo. Una di queste: la vita non è un esame.

Non dobbiamo di fondo rendere conto a nessuno delle nostre scelte. Né a chi si aspetta che siamo sempre coerenti, o chissà che altro. In fondo, siamo noi che spesso ci immaginiamo che siano gli altri a volere che… quando nella verifica della realtà le prime a sentirci sotto esame siamo noi.

Non c’è nessuna gara o graduatoria su come devi essere. Ci sei tu, con come scegli di vivere la tua vita. Quali sono i valori importanti per te e i rischi che scegli di correre, nel momento presente.

Hai da mettere da parte come altri hanno scelto di vivere per se stessi.

Hai da trovare l’accordo interiore tra quelle parti di te che scalpitano. Scoprirai, se le inizi ad ascoltare, che alcune non saranno propriamente tue, ma avranno nomi come “doveri appresi da altri”, “ bisogni e sogni di altri”, “mancanze non tue”, “bisogni che non ti risuonano”.

I conflitti interiori fanno parte del vivere, fermati, ascoltali, lasciali dirsi, nel dialogo si farà chiara la via. Smetti soprattutto di combatterli. Ogni parte di te ha diritto di cittadinanza, soprattutto quelle che meno vorresti ci fossero.
Un abbraccio
Roberta

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