Le emozioni che curano

Quando un’emozione arriva troppo forte, fermati e respira. So che la senti nel corpo come una tempesta, so che vorresti soltanto fuggire via.

Ti sembra incontenibile e non vorresti proprio rimanere lì, vorresti soltanto fuggire via. Non hai più voglia ormai di sentire sempre solo un certo tipo di emozione. Che si ripresenta puntuale, ogni volta che accade un avvenimento, anche il più piccolo. Una mini delusione, un’aspettativa delusa, un appuntamento mancato, un intoppo, un sogno irrealizzato, un errore.
Ti riportano ad uno dei tuoi nodi e ti ritrovi a confrontarti con le tue fragilità: quelle che sai essere quei moti dell’anima dove vacilli. C’è chi è più fragile in amore, chi nel lavoro, chi nelle relazioni. Tutte abbiamo punti difragilità (e punti di forza).
Sembra però che in quei momenti in cui una vecchio paura o emozione torna a visitarti, riemerge dal tuo corpo con tutta la sua impetuosità, ci sentiamo fragilissime, e addirittura timorose a risollevarci. Come se commettessimo peccato mortale nei confronti di un’altra parte di noi che in quel preciso momento ci sta giudicando: ecco non hai risolto nulla. Ti ritrovi sempre allo stesso punto. Devi essere forte, ormai dovresti essere cambiata. Non hai imparato nulla?

Come se la vita fosse un dover dimostrare continuo.

Ci sono emozioni che ci spaventa provare e far vedere. Perchè ci riportano là, dove tutto è iniziato.

Ci mettono a nudo, a noi sembra, davanti all’altro. Dicono di noi e della nostra anima, là dove si è interrotta, dove è stata calpestata e ferita, sono come porte di accesso al nostro cuore là dove si incontra con il nostro sacro.
Lì c’è da entrare in punta di piedi e in silenzio.

Lì dove siamo state più ferite, nel nostro ingresso nella vita.

Lì dove stiamo attendendo da secoli di essere amate e riconciliate con la vita.

Il rischio è di attendere invano una vita intera. Che qualcuno trovi la chiave per entrare e sanare. Noi per prime così estraniate da noi stesse.

Incapaci di raggiungerci e ascoltare quello che il nostro corpo lì congelato e fermato in un senza tempo ha racchiuso a tutti.

Non possiamo più chiedere ai nostri padri e madri di guarire, ma possiamo noi per prime ricominciare e permettere che quelle emozioni ferme nel tempo possano essere ricontattate da noi.

Non avere paura di lasciarle entrare a raccontarti di te. Anche dei tuoi dolori e delle tue delusioni o dei sogni svaniti. Potrai così avere accesso a quel mondo di te che credevi perso e ricomporre dei puzzle che chiedono di essere ascoltati da sempre.
Rimani aperta alle tue emozioni. Anche quelle più scomode, come la vergogna, le lacrime che improvvise vorrebbero uscire, la gelosia, o la nostalgia. Sono porte, varchi che, se ascoltati nell’oggi di te, possono riportarti indietro e guidarti a lasciare impronte differenti, tracce diverse nel tuo sistema, dentro di te, per poter creare oggi, una nuova storia e una nuova narrazione, oltre che una nuova realtà.

Quale emozione oggi puoi lasciar vibrare, che non ti permetti da un sacco di tempo?
Lasciala esprimere almeno un po’, e chiedile dove vuole condurti. Magari attraverso un disegno, un’uscita impensata, delle parole improvvise. Ti dice uno strano gesto da compiere? C’è un rituale assurdo che ti arriva da fare? Fallo.
Sono le emozioni che ti sanno indicare la strada, soprattutto quelle ricorrenti, che ingoi sempre. Ma che non se vogliono andare. Hanno il tuo segreto da rivelarti. Il segreto della libertà e della leggerezza.

Un abbraccio
Roberta

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