Storia di Viola – Donne in cammino – Stories

Sono gli ultimi giorni di questo super periodo di lancio del percorso Potente come un canto 2.0: la Maratona ( e quindi il periodo in cui puoi ususfruire dei diversi regali) finisce domenica 17 novembre.

In questa Maratona sul potere personale, e nella Rubrica delle Stories, oggi ti voglio raccontare la storia di Viola, una donna che a luglio ha scelto di fare la prima versione di Potente come un canto.

STORIA DI VIOLA

Viola ha una storia apparentemente tranquilla alle spalle. Una storia che sembrava già decisa quasi fin dall’inizio. Un lavoro, un matrimonio, dei figli.

Storia normale di vita normale. 🤔Momenti di gioia, momenti di fatica. Tuttavia da un po’ di tempo sentiva che c’era qualcosa che non andava. E questo “qualcosa” ultimamente si faceva sentire sempre più forte e più spesso. Molto spesso infastidita e nervosa, la notte non riusciva ad addormentarsi, e iniziava ad avere scatti di nervosismo inaspettati. Qualcosa stava per esplodere dentro di lei.
Iniziava a sentirsi diversa. Ogni tanto si fermava a guardare come dall’esterno la sua vita quotidiana e si sentiva come un’estranea.
Eppure sapeva di aver scelto lei tutto questo: il suo lavoro, il suo uomo e la sua famiglia.

Era spaventata da queste nuove sensazioni ed emozioni. Ma queste non volevano smettere di bussare.

Aveva paura di quello che le stava accadendo, ma sentiva che si era mosso dentro di lei un pensiero, un’emozione che avrebbe dovuto ascoltare. Non sapeva che cosa fare e che cosa scegliere.

La paura principale era che tutto di colpo avrebbe potuto cambiare. Una “stabilità” che aveva costruito. Ma ora le sembrava solo una stabile gabbia. Alla quale avrebbe potuto abituarsi sì, ma una voce dentro di lei le diceva che forse…

PAURA…

Quando mi contatta Viola ha paura. Sa che se non fa qualcosa rimane nello stesso stato d’animo. Intuisce che può scegliere tra il dolore presente e il desiderio di stare meglio. Capisce che manca lei. E non si vuole perdere. Non sa chi è, si sente sommersa da doveri, da giudizi su di sé, da paure e sentimenti che non le piace provare. Ha deciso di mettersi in gioco. Vuole liberarsi dalle paure. Soprattutto quella di lasciare un dolore e una tristezza pur sempre conosciuti, per una tanto bramata libertà che però non conosce.

Mi dice questo. Ha paura, persino di avermi cercata, perché significa che ha scelto di far sapere anche a qualcun altro il suo malessere.

Soltanto che la spinta a comprendere quello che le sta accadendo è diventata una spinta interiore forte. Viola ha bisogno di vedere e di capire. Sa che potrebbe cambiare, ma vuole vedere.

Il dolore che sente è forte, anche se potrebbe fare finta che non c’è, anche se con un po’ di sfoghi con le amiche o di sforzo potrebbe rientrare. Come altre volte era accaduto.

Ma questa volta Viola osa guardare. Vuole scoprire se c’è qualcosa di più in lei, vuole guardarsi dentro per trovare quella se stessa che sente che le manca. Come se da qualche parte di sé intuisse che è possibile un altro modo. Sente che le sta stretta la sua vita di oggi. Troppo stretta. Si sente un’estranea. Sceglie di andare a vedere in queste emozioni. Lo vuole fare un piccolo passo per volta. Me lo dice chiaramente. Non vuole sconvolgere tutta la sua vita. Vuole però conoscersi.

L’INIZIO

Inizia un percorso con me. Un percorso che si rivela passo dopo passo sul suo potere personale.
Sceglie il percorso Potente come un canto (la prima versione) con il mio accompagnamento.

Cammina in piccoli sentieri, a volte più spedita, altre rallentata. Ma movimento dopo movimento inizia a scoprire chi è. A togliere i veli dagli occhi con i quali aveva fino a quel momento visto se stessa. Veli con nomi precisi: io devo scegliere questa vita; devo farmi una famiglia, devo trovare un lavoro, devo essere una donna con le idee chiare, che non può darsi il permesso di ribaltare tutto. Figuriamoci se a 46 anni cambio tutto!
Nessuno mi capirebbe, mi darebbero della matta, irresponsabile, folle!

RIVOLUZIONE?

In effetti Viola non rivoluziona tutto. Nel percorso diventa consapevole delle idee e dei copioni che aveva sposato per farsi accettare e per non perdere gli affetti. Questa nuova visione le permette di scegliersi senza doveri e giudizio. Vede quanto apparteneva a sua madre, e non a lei. Si dà il permesso di prendere le distanze e di dire no: a questo “vestito”, alla sua “capa” che la vorrebbe sempre disponibile e che la vede come una rivale, a suo marito quando è stanca.

Mette a tacere quella voce interiore giudicante che le diceva “ma se non fai così, poi gli altri si arrabbieranno con te”. Affronta la sua principale ombra: il confronto con sua madre e sua sorella, donne perfette senza mai un tentennamento, felici nelle loro vite perfette.

Sceglie di essere diversa da loro. Si dà il permesso di viversi anche la sessualità nel rapporto con suo marito in modo più libero, dandosi il permesso di chiedere per se stessa, senza remore.

Oggi è in grado di chiedere, di darsi il permesso di, di dire: aiutami, ho bisogno di questo, questo no. Sul lavoro sta valutando se mantenere quello che ha, di architetto o se seguire altre sue passioni, come il design; con suo marito ha iniziato un nuovo dialogo che non sa ancora dove la porterà. Nessun terremoto nella sua vita, quello che tanto temeva.

Viola oggi è una donna serena. Si conosce, ha visto i suoi fantasmi e oggi sceglie. Non segue più dovere e sforzo. Sente che ha in mano la sua parte. Non più figlia, ma donna. Non si racconta più di essere ingrata perché non è felice. Ma si chiede ogni giorno che cosa la può rendere felice e che cosa può fare per raggiungere questo.

E TU?


Non so se questa storia ha avuto un’eco in te.

Te l’ho voluta raccontare per intero, perchè credo possa rispecchiare il vissuto di molte di noi.
Spesso capitano momenti come quello che ha vissuto Viola. Momenti in cui emerge in noi un’insoddisfazione… La tentazione di metterla a tacere è forte. Siamo abituate a lasciar passare. A non ascoltarci. Darci il permesso di andare a vedere quello che ci sta accadendo può rivelarci nuove possibilità di Vita.

Non siamo obbligate a soffrire. E scegliere noi stesse non è un atto di egoismo, ma è scegliere di abitare il posto che siamo chiamate ad occupare nella Vita: il nostro, in tutta la sua ampiezza e potere.

Il mio percorso Potente come un canto 2.0 ti offre questa possibilità. 🤗

Un abbraccio
Roberta wild 🔥

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