Tutto è trasformabile: ti svelo un segreto.

Non ho mai sopportato i bilanci di fine anno, e ancora oggi appena mi si prospetta, si attiva in me in automatico una resistenza.

Un uffa che barba. Sono stata brava allieva e in me resta ancora memoria condizionata di quei tempi. Condizionata ad essere la prima, la più brava, rinforzata ad essere sempre un po’ di più, a mostrarmi forte e competente. I bilanci quindi mi sanno di compito, di cosa da fare per essere brava, come se qualcuno poi mi desse il premio se sono stata sufficientemente brava.

Ad essi associo ancora oggi (sempre lei eh, la mia parte brava alunna) i famosi buoni propositi. Quelli fantastici che mia madre mi chiedeva di fare per essere ancora più brava.
So che stai ribollendo mentre leggi, almeno lo spero. Io ribollo dentro nel rivedermi.

Eppure ai tempi mi portavo con me un senso di colpa se non riuscivo a farli e ovviamente a mantenerli.

Oggi non vivo più di buoni propositi, né di eccessi di colpe. Oggi amo quella bambina che si sforzava così tanto di essere brava.
Oggi, superata la prima resistenza antica, che mi fa persino sorridere perché mi riconnette con quella ragazza che mi è simpatica e fa tenerezza, sento e oso persino dire che amo i bilanci. O come li vuoi chiamare: il tornare indietro, rivedere con occhio differente una parte di me, e raccogliere con amore i frutti, vedendoli tutti tutti.

È come se ogni volta dovessi rifare tutto il percorso, anche se in piccolo o in grande, a seconda del tema. Ok, oggi so che davanti a questo io reagisco così, di primo impatto. Poi mi risollevo e vedo il positivo, poi ancora ne traggo i frutti e integro.
Ma quanto è bello amare quella bambina che siamo state, insegnarle ora a vivere per bene,

Perché? Perché ho imparato a farli e a trasformare quel peso in grandissima risorsa.

Nel fare un bilancio si attivano risorse e nostre capacità che non pensiamo di avere.

Fa sentire potenti, ci ridona la misura di noi stesse, e sentire piene.
Hai il potere di scegliere che cosa guardare e quindi di trasformare. Dare una nuova prospettiva a ciò che hai vissuto, per ricollocarlo, da un punto di vista diverso, che puoi scegliere tu com guardare.

Questo anche il senso del bilancio: chiudere un ciclo, ma non per perdere qualcosa, bensì per guadagnarci tanto, tantissimo!
Perchè ti racconto questo oggi? Sto facendo il bilancio dell’anno appena finito. E poter rimettere mano e rivedere tutto quello che ho fatto, nutre il mio maschile, come il mio femminile. Ho fatto e ricevuto. Sono stata veramente brava, e mentre te lo scrivo, ovviamente rido, perché provo gusto a rompere un non si può (ragionare ancora in termini di brava e cattiva) e sì, mi do una super pacca sulla spalla davanti a tutto quello che ho creato nel 2020.
e anche se a rivedere tutto nel dettaglio ho fatto anche fatica (ma chi ha detto che non si debba fare fatica?) sono pienamente soddisfatta. Un senso di pienezza.

E me lo dico, e mi do il permesso di dirtelo.

E così da coach, il mio invito in questa fine di gennaio, il tempo migliore per farlo. Perché non è subito a ridosso dell’inizio (che potrebbe mettere ansia), e non è troppo tardi.

Fai un bilancio dell’anno.

  • Puoi farlo in mille modi diversi, trova il tuo, ma fallo con un certo metodo, ti assicuro che dà soddisfazione! Ripercorri il 2020… il tuo. Soprattutto adesso, che è già passato un mese e puoi mettere la giusta distanza. Chi ha detto che non si possa fare proprio alle soglie di febbraio?
    Il mese di gennaio infatti è troppo a ridosso dell’anno concluso, non puoi avere ancora la giusta prospettiva.

    Fallo ora! che cosa sceglieresti di guardare oggi?

    Che cosa hai affrontato con coraggio?
    Dove hai dato il meglio di te?
    Che cosa ti ha sorpresa?
    Quale permesso ti sei data finalmente?

Un abbraccio.
Roberta

 

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